Materiali di lettura



TESTO 1

Trattare le diverse culture


Nel mondo attuale in cui le differenze culturali fanno paura e barriere virtuali vengono erette di continuo, lo studio di una lingua straniera rappresenta l’apertura all’altro, l’interesse per la diversità e l’attenzione per culture differenti.


Un mio ricordo d’infanzia. Da piccola, al mare, ho conosciuto una bambina di colore americana che parlava solo inglese. Per me, a cinque anni, era il primo incontro con il diverso e  pensando che sapesse di cioccolato, le ho dato una “leccatina” come ad un gelato. Ho capito che non sapeva di cioccolato e mi sono resa conto che era come me, solo con un insolito colore della pelle. Superfluo dire che siamo diventate grandi amiche, nonostante la lingua,  e siamo rimaste in contatto per molto tempo.

Vediamo ora insieme alcuni importanti aspetti culturali da prendere in considerazione: 

IL SALUTO- Giapponesi  inclinano la testa, gli Indiani inclinano la testa ed uniscono le mani dicendo “Namaste”. I latino americani abbracciano, gli europei si limitano a stringere la mano mentre gli Americani diffidano dei saluti troppo calorosi che prevedono abbracci e contatto fisico troppo stretto.  E’ importante conoscere la forma più appropriata di saluto per evitare comportamenti errati alla prima impressione e che potrebbero avere una consequenza negativa  sul risultato finale della trattativa.

I COLORI - Bianco: in Occidente rappresenta la purezza ma in molti paesi orientali significa morte. Verde: è il colore preferito di molti paesi islamici ma in Malesia è associato alla malattia.  Giallo: in Oriente è il colore della grandezza. In  Giappone il rosso combinato con il bianco è usato per celebrare una festa. In Cina l’accostamento del giallo o bianco con il blu o il nero  è legato all’idea della morte.

Sonia Bernicchi - http://www.centrogiusepperomano.it/

TESTO 2


LE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI

Molti italiani a colazione non mangiano quasi niente: a casa, prima di uscire, prendono solo un caffè, oppure un cappuccino e un cornetto al bar. Spesso, però, la visita al bar si ripete anche più di una volta durante la mattinata. Prendere un caffè è un rito che gli italiani ripetono più volte al giorno, a casa o al bar. La colazione non è colazione senza un caffè. In Italia ordinare al bar un caffè o un espresso è la stessa cosa, ma esistono diversi tipi di caffè: ristretto, lungo, doppio, macchiato (con un po’di latte), corretto (con l’aggiunta di cognac, sambuca ecc.), oppure decaffeinato (senza caffeina). Quando fa caldo, in molte regioni d’Italia, è normale prendere un caffè freddo.


Anche se tradizionalista, l’Italia non è un paese del tutto immobile, negli ultimi anni si assiste a un progressivo cambiamento delle abitudini alimentari, a contribuire al mutamento degli stili alimentari ci sono anche i processi di globalizzazione. Per esempio è diminuito il consumo di pasta quotidiano e si registra un cambiamento anche per quanto riguarda la colazione che è diventata più abbondante, ma quasi sempre a base di prodotti dolci come biscotti o pane e marmellata.


Ci sono anche adulti a cui piace bere una tazza di tè e mangiare qualcosa; è in crescita infatti l’abitudine di mangiare fuori pasto, molti italiani fanno uno spuntino a metà mattina o a metà pomeriggio per non arrivare affamati ai pasti principali. 


Prima di cena, alla fine di una giornata di lavoro, molti italiani prendono un aperitivo. L’aperitivo è un’occasione per incontrarsi e fare due chiacchiere mentre si consuma qualcosa da bere e da mangiare. L’aperitivo comincia verso le sei di sera e può andare avanti anche fino alle dieci, dieci e mezzo. La maggior parte dei bar italiani offre ai suoi clienti un abbondante aperitivo ricco di stuzzichini tanto che a volte può sostituire la cena.


Insomma, gli italiani sono un popolo di tradizionalisti che non vuole abbandonare il classico piatto di pasta e le tante altre specialità locali, ma i ritmi di vita sempre più frenetici ci costringono ad un cambiamento delle nostre abitudini alimentari nel bene e nel male.


TESTO 3



Lettera a Cristina
Di Gabriele Romagnoli

Cristina ama ancora Marco. E aspetta. Aspetta una lettera. Otto anni fa, quando lei si dichiarò durante una telefonata e lui la respinse con cortesia, gliela promise. Disse che le avrebbe scritto per chiarire meglio i suoi sentimenti e le sue sensazioni. E lei ha aspettato quel chiarimento. Ogni giorno. Da otto anni. Ha avuto poche occasioni per rivedere Marco: una cena per il quinquennale della maturità, il matrimonio di qualche vecchio compagno di scuola. Ogni volta glielo ha ricordato: "Aspetto sempre quella lettera". Lui ha sorriso, gentile. Un cenno del capo, come per rassicurarla. Sentimenti e sensazioni, forse ancora poco chiari. Adesso Marco è un medico, si è fatto crescere una barba che non portava ai tempi del liceo.

È un uomo, davvero. Cristina non è riuscita a laurearsi. Troppi esaurimenti nervosi. Ha dato tre esami di Storia antica poi ha chiuso con l'università. Lavora nell'ufficio di una società di ricerche. Sei ore a inserire dati nella memoria di un computer e poi a casa dai genitori. La stessa cameretta del liceo. Stessi libri. Stessa speranza: Marco. O meglio, una lettera di Marco. Che chiarisca sentimenti e sensazioni.

Oggi è tornata prima dal lavoro. Ha salutato le colleghe alle undici. Si sente sfinita. Un'emicrania devastante. Guarda la cassetta della posta. Una lettera. Riconosce subito la calligrafia sulla busta: Marco. Le ha scritto. Corre, ascensore. Entra in casa e va subito in camera. Apre la busta:

Marco Lenzi e Giovanna Morini
annunciano il loro matrimonio
Sabato 4 ottobre ore 16
Chiesa di San Secondo

(copyright Mondadori)

(29 novembre 2000)


http://www.repubblica.it/online/navi_in_bottiglia/lettera/lettera/lettera.html?ref=search